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Emanuele Giusto

Emanuele Giusto
il fenomeno delle low cost

Giornalista, fotografo, laureato in giurisprudenza. Vive a Madrid dove collabora con la rivista d’attualità “El Semanal” e per il giornale economico “Mercado de Dinero”.
In Italia ha pubblicato reportage, interviste, articoli e foto per “L’Espresso”, il “Venerdì di Repubblica”, “Il Messaggero” e “Io Donna” del “Corriere della Sera”.

:: Intervista a cura di Francesco Scarpino inserita il 01/08/2008 ::

E' uscito da poco il tuo libro "Il giro d'Europa con 30 euro ". Un saggio informativo, critico e divertente per fotografare il fenomeno delle low cost.
Con 168 euro (tasse incluse) sei riuscito ad organizzare un viaggio tra sette grandi città europee: Madrid, Bruxelles, Milano, Parigi, Londra, Berlino, Roma.
Come si fa a capire se una compagnia è una vera low cost?

Non è una impresa facile. Per stilare la lista di low cost che ho segnalato nel libro ho dovuto investigare a fondo, una per una tutte le più di trenta compagnie low cost europee, anche utilizzando studi e ricerche europee.
Il primo passo è comunque sbirciare tra i biglietti. Se in media i prezzi sono relativamente bassi nella tratta prescelta, forse siamo di fronte ad una low cost. Non basta un biglietto a basso costo a definire una low cost. Mai fidarsi delle liste che si trovano su internet.

Per capire se una compagnia è una vera low cost bisogna fare attenzione. Le liste che si trovano su internet sono imprecise, includono anche aerolinee che nulla hanno a che vedere con il modello low cost.
Nel mio libro un intero capitolo è dedicato alle pagine web delle più di trenta compagnie europee low cost. Spiego una per una come navigare al meglio e spendere il meno possibile nell’acquisto dei biglietti. Meglio fidarsi di questa lista.
Spesso nei media, nei reportage, nella comunicazione in genere, si confondono le idee sulle compagnie aeree low cost, portando la moltitudine a pensare che siano delle compagnie di cartapesta, delle compagnie poco serie o, in ogni caso, delle aerolinee che utilizzano unicamente dei mezzucci di marketing ingannevoli per agganciare i passeggeri. Tutto falso.
Le principali compagnie low cost sono leader del mercato in Europa, in quindici anni sono partite da sconosciute ed hanno conquistato il mercato contro colossi rodati come la British Airways, Lufthansa, Klm AirFrance. Per capire l’importanza che hanno raggiunto nel mercato è sufficiente sottolineare che Ryanair, la low cost irlandese pioniera in Europa nei voli a basso costo, è diventata la prima compagnia a livello mondiale come numero di passeggeri internazionali trasportati.
Le low cost fondano il loro successo su un punto fondamentale: l’efficienza. Quello che offrono è un servizio che ti porta da un punto “A” a un punto “B”, in orario, senza perdere i bagagli e facendo spendere poco. Tutti gli altri comfort del caso, dalla limousine, alla sala vip in aeroporto, ai salti in paracadute, all’hotel, al noleggio auto, fino al pranzo in volo, sono tutti optional che il passeggero può decidere liberamente se aggiungere al proprio viaggio o no. In più le low cost sono capaci di mantenere la media dei propri biglietti a prezzi bassi (in media 40-50 euro) perché sono capaci di ridurre al minimo i costi di tutta la “filiera” aziendale. Scannerizzano ogni dettaglio per spendere il meno possibile e soprattutto per riconvertire ogni costo in ricavo. Quando easyJet si rese conto che internet poteva convertirsi nel mezzo principale per distribuire i biglietti, riuscì a trovare un modo per spendere il meno possibile per la vendita dei ticket arrivando in modo più capillare ai clienti di tutta Europa, facendo scomparire i biglietti di carta. Dal 2 giugno di quest’anno nessuna compagnia più utilizza i biglietti di carta, con un ingente risparmio economico e ambientale. Ecco, le low cost con idee innovative hanno battuto in molti casi la concorrenza a beneficio dei clienti che adesso possono viaggiare senza pietà, spendendo poco.
Per ultimo le low cost maggiori come easyJet, Ryanair o le nuove come Vueling, volano con le flotte più nuove, con solo due anni di anzianità. Quindi sono anche le più sicure.

Quali sono i punti principali da tenere in considerazione prima di organizzare un viaggio low cost?

Innanzi tutto, come detto, bisogna capire quali sono le compagnie low cost. Per questo la lista di “vere” low cost è fondamentale per non perdersi nella selva di aerolinee esistenti.
Il modo più economico per viaggiare è sicuramente comprare i biglietti direttamente nelle pagine delle compagnie e non nei motori di ricerca. Questi ultimi sono ottimi strumenti, efficienti, ma non offrono mai i biglietti migliori e spesso fanno confusione tra compagnie low cost e tradizionali.
Altro punto è conoscere bene i dettagli di un viaggio low cost. Capire la logica di queste compagnie aiuta a non avere sorprese in aeroporto. Per esempio trascinarsi in viaggio un bagaglio troppo pesante può vanificare ogni beneficio economico. Ogni low cost permette solo 15-20 chili di peso del bagaglio da stivare. Ogni eccesso si paga salato.

Esistono dei motori di ricerca che selezionano solo i voli low cost?

I motori di ricerca sono strumenti comodissimi ed efficaci. Ma non ti permettono di viaggiare al prezzo più basso possibile. L’unico modo per viaggiare al minor prezzo è comprando i biglietti direttamente nelle singole web delle aerolinee. Volagratis.it e e-Dreams sono ottimi strumenti per organizzare un viaggio. Sanno distinguere tra low cost e tradizionali, ma non segnalano quale sarà compagnia ti porterà in volo. Quindi non mi va giù di pagare senza sapere con chi volerò. Skyscanner.com è ottima perché offre una schermata con i prezzi migliori mese per mese. Poi esistono pagine come Whichbudget.com che ti indica quali compagnie servono una determinata tratta con il link diretto alla pagina della aerolinea.

Secondo te, perché la nostra Alitalia non è mai stata in grado di proporre delle tariffe low cost?

Perché non era necessario. In una posizione di assoluto monopolio delle tratte soprattutto interne e in una posizione politica di assoluto protezionismo non ha mai cercato soluzioni utili per i passeggeri. Il problema di Alitalia è la gestione politica e non economica dell’azienda. In una situazione di mercato aperto come quello europeo Alitalia deve fare i conti con i numeri di bilancio, non con l’appoggio politico. In questi anni di crisi ho ascoltato con attenzione mille voci, ma nessuna ha mai proposto delle soluzioni strettamente economiche, strategiche, idee brillanti e competitive per rilanciare la compagnia di bandiera. Servono idee. Non denaro statale per aiutarla.
E sono convinto che sia necessario anche un vertice giovane per Alitalia. Michael O’Leary quando prese in mano la low cost irlandese Ryanair sull’orlo della bancarotta aveva appena 27 anni.
Sono convinto che anche per il caso Alitalia sia necessario utilizzare menti giovani e capaci di capire fino in fondo il momento attuale aiutandosi con idee che provengono da esperienze internazionali.
Come consumatore trovo incomprensibile qualche dettaglio pratico. Qualche tempo fa dovevo raggiungere Reggio Calabria da Madrid, dove vivo. Il volo Madrid-Roma (andata e ritorno) con la low cost catalana Vueling mi costò 47 euro, tasse incluse, volando con un aereo nuovo di appena due anni di anzianità. Da Roma a Reggio Calabria il volo mi costò 232 euro, con un Md80 Alitalia, aereo di trent’anni fa.
Se non arriverà il cambio di mentalità sarà dura la competizione, non solo per Alitalia.

Qualche mese fa mi è capitato di acquistare dalla compagnia low cost AirBee, un biglietto Crotone-Brescia a 35 euro. Pochi giorni prima di partire ricevo un email nella quale mi informavano che il mio volo era stato cancellato e che avrei dovuto chiamare il numero a pagamento per definire la nuova data. Provo a chiamare e dopo varie attese riusciamo a definire insieme la nuova data di partenza allo stesso prezzo. Peccato che il costo della telefonata è stato di 19 euro! Allora mi chiedo: quella del numero a pagamento è forse una strategia del tipo "contento e gabbato"?

Ecco un esempio pratico del fatto che un biglietto a poco prezzo non corona una aerolinea come “low cost“. AirBee non è una low cost, professa il right cost e, come dicono loro stessi “è una compagnia aerea diversa, alternativa alle compagnie di linea nazionali e al mondo delle low cost, in grado di coniugare qualità del servizio, nella sua più ampia accezione, innovazione e prezzi competitivi”.

Un ultimo dettaglio di mentalità. In Italia ancora si pensa che low cost sia sinonimo di voli per giovani squattrinati o per sfigati, con un servizio pessimo. Ancora una volta tutto falso. L’efficienza delle low cost si rivolge soprattutto al target business dei “colletti bianchi” che viaggiano per lavoro con il laptop sempre aperto.
Se Ryanair si permette di offrire il 50% dei propri biglietti (più di 20 milioni!) a prezzo zero è solo perché dietro la struttura c’è una efficienza totale. Altrimenti, intuitivamente, il gioco low cost non funzionerebbe.
Se i consumatori italiani cominciassero a metabolizzare che pagare poco per volare dovrebbe essere un diritto e che le low cost lo offrono questa possibilità nel migliore dei modi, penso che sarebbe un passo avanti. L’Europa che viaggia di più per conoscersi meglio avrà delle conseguenze culturali notevoli e a beneficio di tutti.

Intervista di Francesco Scarpino

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